Calandri Intimo 2003 web

Calandri Intimo

Mario Calandri

Mario Calandri (Torino, 1914-1993) si forma presso il liceo di Firenze e di Torino. Nel capoluogo piemontese, dove ritorna nel 1932, studia all’Accademia Albertina di Belle Arti alla scuola di Cesare Maggi, che lo richiede come assistente nel 1942. A quella data il giovane artista ha già esordito come pittore con mostre a Roma e a Venezia, dove, nel 1940, è per la prima volta invitato alla Biennale. Dopo la guerra Calandri diventa assistente di Marcello Boglione, titolare della Cattedra di Tecniche dell’Incisione, cui succederà come incaricato nel 1957. Dopa la titolarità dello stesso insegnamento assunta all’Accademia di Brera nel 1960 (della commissione preposta alla nomina facevano parte Mino Maccari e Giorgio Moranti), Calandri torna definitivamente all’Albertina dal 1963 al 1977. Calandri incisore partecipa alle più importanti rassegne nazionali, internazionali ed espone in numerose mostre personali. Molte le retrospettive che si sono soffermate specificatamente sulla ricerca pittorica che Calandri ha sempre praticato insieme a quella grafica

Critica

E’ un Mario Calandri insolito l’autore dei fogli esposti in questa mostra che solamente pochi privilegiati hanno potuto finora ammirare, perchè prigionieri delle biblioteche dei collezionisti e amorevolmente conservati nelle case dei suoi amici. Sono riunite infatti qui a Cavatore per la prima volta tutte le acqueforti realizzate per le illustrazioni dei vari libri di pregio che gli commissionarono principalmente due editori: Fògola di Torino e Pier Battista Nebiolo di Costigliole d’Asti, accompagnate da un’inedita serie di disegni che non hanno mai lasciato gli studi degli amici artisti cui Calandri li dedicò in tante occasioni: una avventura di pesca, un soggiorno a Parigi, una vacanza a Varigotti. Ognuno di loro ha una storia, gelosamente celata nel ricordo privato del fortunato possessore di quello e di tanti momenti condivisi con Mario, Calandri intimo, appunto. Il titolo che accompagna anche chi ha imparato a conoscere il grande incisore sfogliandone i libri, guardandovi le figure, affogando in quelle pagine meravigliose insieme ai personaggi straordinari che ha inventato per l’Inghilterra degli intrighi crudeli del Volpone di Ben Jonson, nelle veneziane alcove dei sonetti lussuriosi di Rustico di Filippo, tra le candide nevi in cui scappa il leprotto Mario Rigoni Stern, accanto agli sfortunati malandrini di François Villon, e per chi sa immergersi nell’avventura del sogno con la pistola di Eugenio Onieghin al fianco ed in tasca i versi di Rimbaud, o di Sandro Penna. Un disegnatore formidabile, Calandri, che delinea con un solo tratto di matita una figura, caratterizzandola e facendola vivere in un tempo e in una storia, ora l’allievo che consegna in ritardo un lavoro, ora un biblico Tobiolo che cerca di bloccare il pesce, ora se stesso che arranca nel fango di una stradina di campagna in una giornata piovosa. Ma soprattutto un uomo dalla sensibilità straordinaria e proprio per questo vero grande artista.

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