Ex Libris Adriano Benzi e Rosalba Dolermo - Giocando a collezionare 2014

Ex Libris Adriano Benzi e Rosalba Dolermo  - Giocando a collezionare

Mostra in allestimento. L’ ex libris, che fino a qualche anno fa agli occhi dei più non rappresentava che una passione fuori moda in una società abituata a consumare mode e passioni nel volgere di una stagione, ritorna oggi ad essere di grande attualità.Ciò è dovuto sicuramente all’operosità dei collezionisti e degli studiosi, alla pubblicazione di molti volumi specializzati anche da parte di grandi case editrici e all’organizzazione di grandi mostre, concorsi e convegni oltre che alla divulgazione su quotidiani e settimanali. Gli studiosi più informati considerano l’ex libris più antico quello di un religioso bavarese Hans Knabensperg, comparso in Germania nel 1470 circa. Dopo questo gli ex libris europei più antichi risalgono al 1529 in Francia, al 1553 in Spagna. L’ex libris più vecchio è quello stampato dal grande Albrecht Durer nel 1516 per Gerolamo Ebner. Sempre nella prima metà del cinquecento compaiono in Italia i primi ex libris, il primo dovrebbe essere quello di Monsignor Cesare dei Conti Gambara di Brescia (1516- 1591) diventato vescovo di Tortona nel 1548: si tratta di una xilografia che reca nello sfondo, in alto, un’aquila bicipite sormontata da una corona imperiale, e in basso un gambero. Chiaro il bisticcio tra il nome del committente e il crostaceo raffigurato. L’ex libris, soprattutto quando è opera di un valente artista, è un indice di raffinatezza: sostituisce la firma autografa o il nome a timbro con i quali volgarmente molti segnano il possesso dei loro libri. Gli ex libris più antichi sono araldici, cioè costituiti essenzialmente o esclusivamente dall’arme gentilizia del possessore del libro. Se ne comprende facilmente la ragione: la biblioteca era allora un lusso e una gioia riservata ai ricchi, cioè ai nobili, che anche sui libri seguivano l’uso - direi obbligato – dei tempi, di contrassegnare la proprietà con l’arme gentilizia. Solo più tardi, alla fine del XVII secolo, con il diffondersi della stampa e quindi con il diventare il libro accessibile alla gran massa, specialmente borghese, gli ex libris diventano parlanti. L’ex libris ( dal latino “ dai libri di...” ) ormai perduta la sua primaria funzione d’uso, quella di essere incollato sulla seconda di copertina di un libro, vive oggi una nuova felice stagione. All’esecuzione dell’ex libris contemporaneo si sono dedicati e si dedicano tuttora artisti di fama internazionale con particolare concentrazione nell’Est europeo. Naturalmente l’Italia vanta grandi artisti che si esprimono sia con tecniche xilografiche sia calcografiche. Molto interessanti nel mondo del collezionismo sono gli ex libris eseguiti da artisti di chiara fama per personaggi noti, ex libris con tematiche particolari, con tecniche innovative o di formato superiore alla media. Appare chiaro che questo foglietto, a volte nato con caratteristiche dettate dal titolare, allorchè divulgato, diventa strumento per meglio conoscere e capire il personaggio stesso. Adriano Benzi

Autori vari

L’EX LIBRIS CONTEMPORANEO L’ex libris è semplicemente un marchio di possesso che, sotto forma di cartellino inciso o disegnato più o meno con arte e poi stampato in molti esemplari, si applica al principio di un libro per indicarne la proprietà. Prende il nome dall’espressione latina “ex libris” ( dai libri ) che quasi sempre precede o accompagna il nome del titolare e che solo in qualche caso è omessa o sostituita da espressioni simili, come: “ Dai libri di….”, “ Per i miei cari libri “, ecc… L’ex libris, soprattutto quando è opera di un valente Artista, è un indice di raffinatezza: sostituisce la firma autografa o il nome a timbro con i quali volgarmente molti segnano il possesso dei loro libri. Gli ex libris più antichi sono araldici, cioè costituiti essenzialmente o esclusivamente dall’arme gentilizia del possessore del libro. Se ne comprende facilmente la ragione: la biblioteca era allora un lusso e una gioia riservata ai ricchi, cioè ai nobili, che anche sui libri seguivano l’uso - direi obbligato – dei tempi, di contrassegnare la proprietà con l’arme gentilizia. Solo più tardi, alla fine del XVII secolo, con il diffondersi della stampa e quindi con il diventare il libro accessibile alla gran massa, specialmente borghese, gli ex libris diventano parlanti.

Critica

L’ Architetto Carlo Pellegrino che organizza importanti mostre a Mondovì (ed in seguito ha fatto una mostra di ex libris) Mi ricordo che mi aveva chiesto notizie sul perché della mia collezione di Ex Libris. Gli ho così risposto Premetto che da sempre sono un appassionato e ostinato collezionista grafica sia antica che contemporanea e già da diversi anni ho iniziato a collezionare ex Libris, dato che considero l’Ex Libris una vera e propria opera di grafica in cui l’Artista che lo esegue a volte è impegnato maggiormente che nei fogli di grafica libera, dato normalmente il formato ridotto degli stessi e perciò si può comprendere le vere potenzialità dell’artista. Naturalmente sono un committente di Ex Libris a nome mio Adriano Benzi e di Rosalba Dolermo mia moglie, questi ex Libris sono sempre a firma di Artisti di chiara fama, amici a cui mi rivolgo, senza dare un tema preciso, in modo di non snaturare il modo di esprimere la loro arte. Dette opere le faccio stampare in formato grande (anomalo per un ex libris che normalmerte non supera cm. 20 x 15) in quanto non mi servono solo per gli scambi fra collezionisti ma per dare in omaggio ad amici appassionati di grafica.

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