Fiabe e Colori 2005 web

 Fiabe e Colori

Francesco Tabusso

Francesco Tabusso è nato a Sesto San Giovanni il 27 giugno 1930. Dopo aver conseguito la Maturità Classica frequenta lo studio di Felice Casorati. Tra i suoi compagni di scuola Edoardo Sanguineti e Andrea Bruno. Nel 1953 fonda insieme ad Aimone, Francesco Casorati, Chessa, Niotti, la rivista “Orsa Minore”. Nel 1954 partecipa alla Biennale Internazionale di Venezia, dove presenta “Comizio”, “Festa campestre” e “Albero caduto”. Vi sarà invitato anche nel 1956 e nel 1958 e nel 1966 gli sarà dedicata una sala personale. Nel 1956 la mostra alla galleria “La Strozzina” di Firenze, con la presentazione di Felice Casorati. L’anno successivo il Premio “Fiorino”, il Premio “Michetti” e la personale alla galleria Medusa di Roma, dove nel 1958 è invitato alla Quadriennale. Nel 1959 la prima mostra alla “Bussola”, presentato da Luigi Carluccio. Ormai trentenne Tabusso è pittore affermato, con inviti alle più prestigiose rassegne internazionali, tra cui Bruxelles, New York, Mosca, Alessandria d’Egitto. Del 1963 la personale alla Galleria milanese di Ettore Gian Ferrari”, con cui inizia un fecondo rapporto di lavoro e di amicizia che durerà fino alla sua scomparsa. Da quest’anno insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico dell’Accademia di Brera a Bergamo, ed in seguito, fino al 1984, al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Torino. Qui, nel 1972, inizia la sua collaborazione con la galleria Davico di Silvano Gherlone, che lo segue tuttora. Nel 1975 realizza la Grande Pala Absidale “Il Cantico delle Creature” per la Chiesa di San Francesco d’Assisi a Milano, progettata da Giò Ponti, opera completata successivamente con quattro trittici dedicati ai “Fioretti di San Francesco”. Poi l’importante mostra “Hommage a Grünewald”, a Colmar, Torino e Milano. Nel 1983 la Mostra Antologica a “Palazzo Robellini” di Acqui Terme, la prima di tante: nel 1991 ad Asti, in occasione della realizzazione del Palio; nel 1997 al “Palazzo Salmatoris”, di Cherasco; nel 1998 alla Sala “Bolaffi” di Torino; nel 2000 al “Centre Sain Bènin” di Aosta; nel 2002 al “Complesso Monumentale di S. Michele a Ripa Grande, a Roma.

Critica

Chi ha la fortuna di frequentare gli atelier degli artisti ben sa che ciascuno possiede un suo gesto particolare nel mischiare i colori, nello stenderli sulla tela, nel tenere il pennello con le dita. Guardare Francesco Tabusso dipingere è uno spettacolo: l’espressione del viso, l’occhio che brilla, lo sguardo che si sposta dal quadro alla tavolozza, il cercare il tubetto di colore giusto sparso tra le varie decine sul tavolo e sul pavimento, accompagnare il movimento del pennello con le labbra che raccontano alla mano la figura, il commento che altalena dal poetico allo scurrile con una leggerezza sconcertante, la domanda ricorrente, ingenua e che non aspetta – non vuole – risposta: “ma tu dici che va bene?“, lo smettere improvviso,“adesso basta“, e il riprendere a lavorare lasciando a metà un discorso, un boccone, “mi è venuta un’idea, lì farei così “. Una danza che segue un ritmo nuovo ogni volta, e diverso. Su e giù da uno sgabello, da una scala, un pestone a un barattolo sfortunato a trovarsi lì e che un momento dopo tornerà a cercare, la richiesta a gran voce di un foglio, lo strizzare degli occhi a evitare un riflesso, la ricerca di complicità nel piacere “ hai sete? “ l’accostarsi alla tela quasi a toccarla col naso, e dimenticarla subito, poi, senza voltarsi per guardare da distante, per seguire un capriccio improvviso. Tabusso è un pittore semplice, immediato, diretto. Di gente,di vita, di sogni, di fiaba. Per questo è amato, merito raro per gli artisti, sia dai critici sia dalla gente, che lo hanno eletto cantore della semplicità, della quotidianità, della natura, della bellezza. In questa mostra a Cavatore sono riunite le opere su carta, acqueforti, xilografie e serigrafie che costituiscono gran parte del suo corpus incisorio, esposte insieme ai bozzetti ed alla successione delle prove di stampa per documentarne l’esegesi : i vari accorgimenti usati per improntarle con la sua forte personalità ed il suo stile inconfondibile. Accompagnate da una folta rassegna di disegni, acquerelli, guazzi, inchiostri, tecniche miste, scelti tra le montagne di fogli che affollano il suo studio.Tutto raccolto senza badare troppo gli anni di esecuzione, quanto piuttosto a formare una rosa di fogli di indiscutibile valore segnico, di immediatezza di espressione, di originalità e di lepidezza, per un ritratto di Tabusso pittore di fiabe a colori. Gianfranco Schialvino

Contattaci al info@vecchiantico.com | Tel. (+39) 0144 329854